La Giornata della Ristorazione celebra un settore da 59 miliardi

La Giornata della Ristorazione celebra un settore da 59 miliardi

Dal 15 al 17 maggio 2025, Roma è stata il cuore pulsante della Giornata della Ristorazione Italiana 2025, promossa da FIPE-Confcommercio per mettere in luce il ruolo centrale della ristorazione nel tessuto economico, sociale e culturale del Paese. Tre giorni di eventi diffusi – con oltre 10mila ristoranti aderenti in Italia e nel mondo e più di 100 iniziative sul territorio – hanno celebrato il settore, oggi più che mai bisognoso di tutele e visione strategica.

La Giornata della Ristorazione nasce per affermare con forza il valore culturale e imprenditoriale del nostro comparto, che è tra i più riconosciuti e apprezzati al mondo. Ma è anche un’occasione per ribadire l’urgenza di politiche che sappiano sostenere davvero il settore, ancora oggi privo di un disegno strategico, e di difendere le nostre imprese da una concorrenza sleale sempre più insidiosa. È arrivato il momento di evolvere dal concetto di Made in Italy a quello di Sense of Italy, che unisca bellezza, competenze, tradizione e innovazione in una visione generativa capace di dare prospettiva al Paese” ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio.

Giornata della Ristorazione: premi, cultura e un piatto simbolo per raccontare l’Italia

Tra i momenti centrali di questa edizione della Giornata della Ristorazione, la presentazione dell’Antologia della Ristorazione Italiana, edita da Topic e curata da Marco Bolasco. Si tratta di un volume ambizioso che propone un nuovo racconto del settore: ampio, contemporaneo e in grado di affrontare le sfide del presente. L’obiettivo è chiaro e di grande valore: far sì che il libro entri nei programmi scolastici degli Istituti Professionali per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione, diventando così un veicolo educativo per riaffermare i principi e i valori alla base del modello alimentare italiano.

Un intento perfettamente in linea con lo spirito del Premio FIPE – Giornata della Ristorazione 2025, consegnato nella giornata del 15 maggio. Il riconoscimento, dal nome evocativo Vesta – dea del focolare domestico – è stato ideato da TIPSTUDIO e commissionato dalla Triennale Milano per conto di FIPE. Si tratta di una scultura in edizione limitata, che unisce estetica, artigianato e simbolismo per celebrare l’identità profonda della nostra cultura gastronomica. Il Premio è stato assegnato a realtà e personalità che, ciascuna nel proprio ambito, hanno dato un contributo significativo alla valorizzazione della ristorazione italiana: Aboca, Caritas Italiana, Ferrari-Trento, Carlo Petrini, l’On. Luca Squeri e Sveva Sagramola.

Anche noi di Food News Italia abbiamo partecipato ad alcune delle iniziative in programma, a partire dalla raffinata cena di gala al Palazzo delle Esposizioni di Roma, un’occasione conviviale e di confronto che ha riunito ristoratori, giornalisti, istituzioni e protagonisti del mondo enogastronomico. Durante la serata è stato premiato anche il giovane chef Lorenzo Leggero, alla guida del ristorante Celestino di Piobesi Torinese, autore del piatto simbolo di quest’edizione: ovetto croccante con asparagi scottati, fonduta di blu del Moncenisio e tartufo nero d’Alba. Una ricetta elegante e identitaria, che ha saputo interpretare alla perfezione il tema dell’anno – l’uovo, simbolo di creazione e rinascita – rafforzando così il legame profondo tra cucina e cultura.

L’Assise della Ristorazione: parole chiave, visioni e urgenze

Il 16 maggio si è svolta la grande Assise della Ristorazione Italiana nella prestigiosa sede della Camera di Commercio di Roma – Tempio di Vibia Sabina e Adriano. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali e protagonisti del mondo agroalimentare e ristorativo, con due panel di approfondimento dedicati alla filiera e all’internazionalizzazione. Ad aprire i lavori è stato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio, che ha sottolineato: “Il mondo ha letteralmente fame d’Italia, un appetito che si manifesta sempre più attraverso la nostra cultura enogastronomica. La cucina italiana, con la sua storicità, la sua qualità e la sua straordinaria ricchezza, è un patrimonio identitario e un potente strumento commerciale. La ristorazione rappresenta una filiera economica complessa, che coinvolge agricoltura, logistica, industria alimentare, servizi: un motore che produce valore e occupazione. Vediamo crescere nuove realtà imprenditoriali guidate da giovani, donne, stranieri, segno di un settore dinamico e aperto. La Giornata della Ristorazione nasce proprio per questo: per raccontare i valori profondi della cucina italiana e il suo ruolo fondamentale nella costruzione dell’economia, della cultura e della socialità del nostro Paese“.

Nel primo panel dell’Assise della Ristorazione è emersa con forza la dimensione culturale, sociale e identitaria del cibo italiano. Federico Quaranta – giornalista e moderatore dell’incontro – ha richiamato il valore emozionale della nostra cucina, sottolineando come l’Italia sia “il Paese dell’amore, dei sentimenti veri e delle molteplici identità”, e che la ristorazione abbia il compito di raccontare proprio questo. Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, ha evidenziato come il gesto del cucinare e del mangiare insieme sia anche un atto politico: le scelte individuali, ha detto, costruiscono comunità. La ricchezza gastronomica italiana è il risultato di una cultura agricola secolare, frutto dell’interazione millenaria tra persone e territori. Un equilibrio oggi messo alla prova anche dai cambiamenti climatici, come ha ricordato facendo riferimento all’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2024.

Alberto Basso, presidente di JRE – Jeunes Restaurateurs d’Europe, ha paragonato l’esperienza gastronomica a una visita in un museo, dove arte, ricerca e creatività si fondono nel piatto. Mentre Andrea Alfieri, presidente CHIC – Charming Italian Chef, ha puntato i riflettori sulla formazione scolastica, troppo spesso carente nel valorizzare la filiera agroalimentare, che invece rappresenta una parte trainante della ristorazione. Cesare Carbone, presidente dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, ha infine sottolineato il ruolo quotidiano dei ristoratori come ambasciatori dei territori, capaci di portare cultura e promuovere le eccellenze locali, pur riconoscendo che c’è ancora molta strada da fare.

Il secondo panel si è concentrato sull’internazionalizzazione, con la partecipazione di figure chiave come Roberto Costa, presidente del Coordinamento dei Ristoranti Italiani Autentici all’Estero, e Ivana Jelinic, amministratrice delegata di ENIT, insieme a nomi del calibro di Oscar Farinetti, Enrico Derflingher (Euro-Toques), Salvatore Bruno (Federazione Italiana Cuochi) e Maria Caputo (Ambasciatori del Gusto).

È emersa con forza l’idea che la ristorazione italiana nel mondo non sia solo un settore economico, ma anche uno strumento di diplomazia culturale e soft power. Per Oscar Farinettila cucina italiana è un patrimonio nazionale al pari dell’opera, dei musei o delle grandi istituzioni culturali“: va quindi sostenuta con la stessa attenzione. Ha denunciato le difficoltà in cui versa oggi la rete delle osterie italiane, che rischiano di scomparire senza un adeguato supporto. “Nel mondo la ristorazione italiana gode ancora di grande considerazione, ma i problemi maggiori li abbiamo in casa – ha affermato – Per continuare ad avere una grande cucina italiana all’estero, è necessario prima rafforzare quella in Italia“. Farinetti ha evidenziato la disparità tra i sostegni riservati all’agricoltura e l’assenza di misure strutturali per il settore della ristorazione, ribadendo la necessità urgente di un intervento.

Roberto Costa ha sottolineato come fare ristorazione all’estero sia un modo autentico per raccontare l’Italia, ma ha anche invitato a non adagiarsi sugli allori: “Non dobbiamo crederci troppo bravi – ha spiegato – Ci sono molte culture gastronomiche valide e tanti ristoratori di livello nel mondo. La nostra forza è la biodiversità, e proprio questa va condivisa, trasferendo ricette, saperi e identità a chi non è italiano“. Per Costa, la cucina italiana ha senso solo se riesce a dialogare con il mondo, senza mai perdere la propria autenticità. A portare i saluti istituzionali sono stati il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con un video messaggio, il senatore Giorgio Calvitti, e il Capo Gabinetto del Ministro del Turismo Consigliera Erika Guerri.

L’Assise della Ristorazione Italiana ha rappresentato un momento di riflessione collettiva e di visione per il futuro: un’occasione per ribadire che la cucina italiana è cultura, economia, identità, relazione. Un patrimonio vivo che va tutelato, valorizzato e rilanciato, sia all’interno dei confini nazionali sia nel mondo. La sfida è duplice: rafforzare la ristorazione italiana sul territorio e, al tempo stesso, renderla sempre più protagonista sulla scena internazionale, come ambasciatrice di valori, sostenibilità e bellezza. Un impegno condiviso da istituzioni, chef, imprenditori e operatori del settore, chiamati a fare rete per continuare a far crescere – dentro e fuori l’Italia – il valore inestimabile della nostra tradizione culinaria.

I dati della ristorazione italiana

La ristorazione italiana rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia nazionale, con numeri che testimoniano la sua forza e la sua capacità di generare valore in molteplici ambiti. Sono oltre 328.000 le imprese attive, che danno lavoro a 1,5 milioni di persone, di cui più di 1,1 milioni sono lavoratori dipendenti, per un valore aggiunto che supera i 59 miliardi di euro. La sua forza risiede anche nella capacità di attivare un ampio ecosistema economico: dalla filiera agricola (4,4 miliardi) a quella industriale alimentare (37 miliardi), passando per numerosi altri settori come logistica, macchinari, arredamento, servizi commerciali, immobiliari, finanziari, utilities e legali. Solo le attività generate indirettamente dalla ristorazione nelle altre filiere valgono 55,5 miliardi, con un valore aggiunto di 23 miliardi e oltre 1,1 milioni di occupati.

Anche il legame tra ristorazione e agricoltura è forte: il comparto acquista prodotti agroalimentari per 20 miliardi di euro l’anno. Nel 2024, il 43,2% delle imprese ha effettuato investimenti, per un valore complessivo – tra realizzati e programmati – pari a 5 miliardi di euro. Di questi, il 7,3% è destinato alla comunicazione digitale e il 6,8% all’innovazione dei processi gestionali.

A livello internazionale, la ristorazione italiana all’estero è un potente canale di promozione del Made in Italy, contribuendo a intercettare circa il 15% dei 70 miliardi di euro dell’export agroalimentare italiano. Fondamentale anche il suo ruolo nel turismo: i turisti stranieri in Italia spendono in ristorazione 11,3 miliardi di euro, con una crescita del +16,7% rispetto al 2019, e si stima che il valore assoluto del turismo enogastronomico generato dalla ristorazione ammonti a 10 miliardi di euro.

Oltre ai numeri, c’è un valore immateriale altrettanto cruciale: la ristorazione è porta d’accesso alla cultura, alle tradizioni e allo stile di vita italiano, un motore identitario che favorisce l’incontro tra persone, valorizza i territori e alimenta una filiera in cui il cibo è spesso la prima motivazione del viaggio.

Articolo a cura di Piera Pastore