
AlPassoFood apre a Garbatella: la spesa bio di quartiere che unisce produttori e famiglie
Dopo quattro anni di consegne a domicilio, AlPassoFood si trasforma in un punto vendita fisico: a Roma arriva il primo negozio di filiera corta e spesa etica
A settembre 2025 aprirà a Roma nel quartiere Garbatella il primo punto vendita fisico di AlPassoFood, la realtà romana nata nel 2020 durante il lockdown come servizio di consegna a domicilio di cassette biologiche da produttori locali. Una scommessa partita in un momento difficile e diventata, nel giro di pochi anni, un punto di riferimento per chi cerca prodotti genuini, tracciabili, fuori dalla logica della grande distribuzione.
In un’epoca in cui fare la spesa in modo consapevole è diventato sempre più complicato, la nascita di progetti come AlPassoFood rappresenta una risposta concreta a un bisogno reale: riappropriarsi del valore del cibo. Oggi i consumatori si trovano spesso disorientati davanti a scaffali pieni di prodotti industriali, etichette poco trasparenti e logiche commerciali che sacrificano la qualità in nome della quantità. In un sistema dominato dalla grande distribuzione, in cui le filiere sono lunghe e anonime, distinguere ciò che è davvero sostenibile da ciò che lo è solo in apparenza può essere difficile. Scegliere consapevolmente cosa portare in tavola significa interrogarsi sull’origine di ogni ingrediente, su chi lo ha prodotto, con quali metodi e con quale impatto sociale e ambientale. Significa anche difendere la biodiversità, tutelare i piccoli produttori locali, rispettare la stagionalità, ridurre gli sprechi e favorire un’economia più equa e circolare. Eppure, fare tutto questo da soli non è semplice. Serve una rete affidabile, che metta al centro la fiducia, la trasparenza e la qualità reale. È proprio questo il cuore della proposta di AlPassoFood: rendere accessibile a tutti un’alimentazione più giusta, sana e sostenibile, creando un ponte tra i campi e le città, tra chi coltiva con passione e chi vuole fare scelte più consapevoli nella propria quotidianità.




Fondata dai fratelli Lorenzo ed Emmanuel Merone, AlPassoFood è oggi una piattaforma che raccoglie oltre 1.300 referenze provenienti da 318 piccoli produttori italiani, accuratamente selezionati per i loro metodi etici, artigianali e sostenibili. Dalle cassette di frutta e verdura bio alle specialità “introvabili” nella grande distribuzione – come formaggi artigianali, pane a lievitazione naturale, conserve di stagione e pasta di grani antichi – ogni prodotto racconta una filiera trasparente e umana, dove la qualità va di pari passo con il rispetto per la terra e per chi la lavora. Ad oggi AlPassoFood serve ogni mese oltre 800 famiglie, con un servizio di consegna refrigerata attivo su Roma in giornata (il martedì e il venerdì) e spedizioni in tutta Italia e in Europa in 24/48 ore. Una rete capillare ed efficiente che permette di portare sulla tavola dei clienti prodotti raccolti poche ore prima, mantenendo intatta la freschezza e sostenendo concretamente un’economia agricola locale. Il tutto con imballaggi 100% riciclabili, mezzi a biometano a basso impatto ambientale, e un servizio clienti umano e personalizzato, capace di trasformare la spesa settimanale in un gesto di cura e responsabilità.
Il nuovo punto vendita diventerà uno spazio di incontro tra produttori e cittadini: non solo un negozio, ma un presidio culturale della spesa consapevole, un luogo di degustazione, educazione alimentare e attività rivolte alle scuole e al quartiere. Un’estensione naturale della missione con cui è nato il progetto: accorciare la filiera, rafforzare il legame tra città e campagna e restituire valore alle piccole realtà agricole, spesso invisibili nei circuiti tradizionali. Un’apertura che segna un punto di svolta, ma anche un ritorno alle origini del cibo come esperienza condivisa, come gesto quotidiano di scelta e responsabilità. Abbiamo intervistato Lorenzo Merone, co-fondatore e responsabile marketing e agricoltura, per farci raccontare cosa significa oggi portare la spesa bio di prossimità in un quartiere storico e autentico come Garbatella.






Com’è nata l’idea di aprire un punto vendita fisico, e perché avete scelto proprio il quartiere Garbatella?
Dopo quattro anni di attività online e una crescita costante sul territorio romano (e non solo), sentivamo il bisogno di creare un luogo fisico dove incontrare davvero la nostra comunità. Il rapporto diretto con chi ci sceglie ogni settimana è sempre stato centrale per noi, e aprire un punto vendita significa rafforzare quel legame, dare spazio all’ascolto, allo scambio e alla fiducia. Abbiamo scelto Garbatella perché è un quartiere autentico, popolare, profondamente romano — proprio come i produttori con cui collaboriamo: genuini, veri, legati alla terra. È anche un punto strategico: in 15 minuti raggiungiamo la Tuscolana, uno dei quartieri più popolosi di Roma; in 10 minuti siamo all’EUR, e in poco più a Monteverde. Siamo vicini a tutto, ma in una zona con una forte identità: esattamente ciò che cercavamo.
Come selezionate i produttori che entrano a far parte della vostra rete? Quali criteri etici e qualitativi devono rispettare?
Collaboriamo solo con piccoli produttori italiani — a parte qualche rara eccezione per vere eccellenze estere, come alcuni prodotti francesi — e prediligiamo realtà certificate biologiche oppure aziende che, pur non certificate, adottano pratiche agricole sostenibili e innovative, spesso superiori agli standard ufficiali. Il criterio fondamentale è la qualità, insieme alla tracciabilità e alla sostenibilità ambientale. Valutiamo la freschezza, la trasparenza nei metodi produttivi e soprattutto il valore umano: vogliamo lavorare con chi coltiva con passione e rispetto, anche se ha una struttura piccola o marginale. La nostra forza è proprio valorizzare queste realtà, creando per loro un canale di distribuzione stabile e dedicato.







Quali sono le sfide più grandi che avete affrontato lungo il percorso e come le avete superate?
La sfida più complessa — e tuttora attiva — è quella logistica: collaborare con decine di piccole aziende agricole significa gestire un flusso produttivo non standardizzato, soggetto a imprevisti legati a clima, raccolti e disponibilità. Volevamo però mantenere la promessa di una freschezza assoluta: tanti prodotti vengono raccolti la sera prima o la mattina stessa della consegna. Coordinare tutto questo, garantendo puntualità e un trasporto refrigerato adeguato, è stato (ed è) un enorme sforzo organizzativo.
Come immaginate AlPassoFood tra 5 anni? Avete già in mente nuove aperture fisiche o progetti paralleli?
Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per il biologico e la filiera corta su Roma, rafforzando il ruolo di vetrina per le piccole aziende agricole italiane. Vogliamo costruire un modello replicabile in altri quartieri della città e, in futuro, anche in altre città italiane, sempre restando fedeli al nostro approccio: contatto diretto con i produttori locali, centralità del cliente e rispetto per il territorio. Nei prossimi cinque anni vediamo nuovi piccoli store, certo, ma anche una crescita del servizio digitale: più personalizzazione, tecnologia e strumenti per semplificare la spesa sostenibile, senza mai perdere il cuore agricolo e umano che ci caratterizza. Stiamo anche sviluppando progetti paralleli legati all’educazione alimentare nelle scuole, alla riduzione dello spreco e all’accessibilità del cibo sano. Per noi, il cambiamento si costruisce dal basso e coinvolge l’intera filiera, dai campi alle tavole.
Per saperne di più: www.alpassofood.com
Articolo a cura di Piera Pastore