Professione Food Creator: intervista a Chiara Marcotulli – Barefoodinrome

Professione Food Creator: intervista a Chiara Marcotulli – Barefoodinrome

Romana DOC, Chiara Marcotulli aka Barefoodinrome porta i suoi follower alla scoperta dei migliori ristoranti di Roma… e non solo!

Nel vasto mondo dei food creator che popolano il web, spicca Chiara Marcotulli, conosciuta come Barefoodinrome. La sua avventura nel mondo del food blogging ha inizio nel 2019, quando decide di condividere la sua profonda passione per il cibo e la voglia di raccontare le sue scoperte gastronomiche su Roma e dintorni.

Oltre al blog, Chiara è molto attiva sui social (il suo profilo Instagram ad oggi conta 34.7 mila follower) dove recensisce e consiglia trattorie contemporanee e bistrot, ma anche pasticcerie, cocktail bar e street food di Roma. Ogni suo racconto è intriso di passione e curiosità in un vero e proprio viaggio alla scoperta di nuovi sapori e specialità della Città Eterna.

Barefoodinrome è un invito a esplorare il mondo culinario di Roma attraverso gli occhi di Chiara. La sua missione è quella di guidare gli utenti verso esperienze gustose e indimenticabili, raccontando storie di locali che si distinguono per l’attenzione ai dettagli e la qualità dei loro prodotti.

Barefood sta per Barefoot che tradotto dall’inglese all’italiano significa ‘a piedi scalzi’ e si pronuncia ‘berfut. Per un gioco di assonanze foot diventa food. Inizia così il viaggio alla scoperta del panorama eno-gastronomico del territorio. Un viaggio da compiere a piedi nudi, con rispetto, per riconnettersi davvero con i sapori di una volta, riscoprire le tradizioni e imparare dalle storie delle persone” si legge così dal suo blog.

Grazie a Barefoodinrome, il cibo diventa un mezzo per esplorare la cultura e la bellezza di una delle città più affascinanti al mondo.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Chiara e di scoprire di più sul mondo di “Barefoodinrome”

Ciao Chiara, grazie intanto per aver accettato l’intervista. Iniziamo con una domanda semplice, chi sei e cosa fai?

Orgogliosamente Romana de Roma, con una passione smisurata per la pastasciutta. Mi diverto a condividere sui social e sul blog posticini dove mangiare bene e di qualità. Mi sono laureata in Sociologia e specializzata in Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’Impresa a La Sapienza con una tesi in Comunicazione, Advocacy e Consumo Responsabile dal titolo “La vita è troppo breve per non mangiare bene”. Il cibo è sempre stato la mia passione più grande.

Food creator, food blogger o food influencer…come preferisci “essere definita”?

Faccio davvero difficoltà a parlare di me e a definirmi. Non mi sento un’influencer e non è nemmeno “influenzare” le persone il mio obiettivo. Mi piace raccontare, in maniera più obiettiva possibile, le esperienze culinarie che faccio e condividerle con la mia community. Tra le varie definizioni, forse quella che mi piace di più è quella di food content creator, anche se comunque ho un blog da diversi anni a cui vorrei dedicare più tempo.

Quando e come nasce la tua passione per il mondo food?

Credo insieme a me. Non è un’attività che ho messo su a tavolino. Sono sempre stata una buona forchetta e con la famiglia abbiamo sempre mangiato spesso fuori. Non essendo un amante dello stare a casa, e avendo sempre frequentato posti nuovi, un giorno ho pensato di raccontarli online, unendo la passione per il mondo food a quella per la comunicazione digitale. Ma senza alcuna pretesa di raggiungere chissà quale obiettivo, se non quello di aumentare le mie conoscenze e capacità in entrambi i settori: food e digital. Sicuramente molto ha influito un progetto lavorativo passato che mi ha portato a girare l’Italia per raccontare il mondo agroalimentare. Ho conosciuto persone con una passione smisurata e storie di un valore inestimabile che porterò sempre con me.

Come scegli i posti da visitare/recensire?

Prediligo ristoranti dove è possibile mangiare i prodotti nel loro naturale periodo di maturazione. Non solo per una questione di sapore e nutrizione, ma anche di sostenibilità, ambientale ed economica. Per questo apprezzo locali dove vengono proposti fuori menu e proposte che cambiano in base alle stagioni. Spazio a ristoranti in cui le materie prime utilizzate sono di provenienza locale, dando risalto al valore del km zero e della produzione locale, e alle diverse scelte culinarie che compongono il menù (la tradizione, il pesce fresco, la carne del territorio…). Grande interesse anche per le attività con proposte alternative e inclusive: menu vegetariani o vegani, senza glutine o lattosio. Tanto spazio a tutte le attività che valorizzano territorio e tradizione attraverso il recupero di ricette antiche, ma senza tralasciare l’aspetto della ricerca e dell’innovazione. Ben vengano le attività dalle proposte contemporanee. Un occhio di riguardo a tutte quelle realtà che fanno in casa i loro piatti: dal pane ai dolci, passando per la pasta, le salse e i condimenti. 

Secondo te cosa rende un ristorante speciale… quel locale che ti fa dire ”è da provare assolutamente”?

L’unicità della proposta gastronomica, al primo posto. E un mix di valori fondamentali come la stagionalità dei prodotti utilizzati, le proposte del giorno, la valorizzazione dei prodotti locali, il “fatto in casa” e la capacità di saper interpretare la tradizione in ottica contemporanea.

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Molto spesso si pensa che creare contenuti sul web non sia un “vero lavoro”, ma non è così. Puoi spiegare ai nostri lettori quanto lavoro c’è dietro ai tuoi video/post?

Si spendono diverse risorse per portare avanti un progetto del genere. C’è molto lavoro in termini di investimento, sia economico che di tempo. Ma per pochi, tra tutti i creator, effettivamente, è un vero e proprio lavoro in termini di ritorno dell’investimento, ovvero che riescono a dedicarsi esclusivamente a quest’attività beneficiando di un guadagno notevole. Dipende dai numeri, dalle visualizzazioni e dall’interazione che un creator riesce a generare in un mare di contenuti di cui i social ormai sono saturi. Numeri che dipendono da una piattaforma, non dal reale valore del lavoro in sé per sé. Io stessa nella vita professionale mi occupo di altro, pur lavorando nel settore comunicazione e marketing.

Facciamo un po’ di chiarezza: ci sono creator che “spacciano” contenuti pagati dai locali come recensioni spontanee. In questo caso si parla di vera e propria pubblicità ingannevole. Com’è il tuo approccio e cosa pensi di questo fenomeno?

Sul tema si è dibattuto parecchio negli ultimi mesi, ma in realtà non è un problema solo dei creator e non riguarda solo il settore food. Penso che, semplicemente, non ci sia abbastanza conoscenza del tema e del panorama editoriale. Fare pubblicità non è un male e non ci sarebbe niente di cui vergognarsi, se fatta con criterio e in maniera professionale. Almeno per quanto mi riguarda, riservo molta attenzione anche nella selezione delle partnership, rifiutandone all’occorrenza se non in linea con i valori e principi del mio progetto. Le proposte a pagamento sono comunque meno di quanto si possa pensare, sono molte di più le proposte in cambio-merce o gli inviti a provare un posto. In questo ultimo caso, comunque, nessun creator ha obblighi di pubblicazione, così come avviene nell’ambito giornalistico. Il problema, quindi, è solo sul piano della trasparenza, ma ormai quasi tutti i creator adottano le etichette previste.

Ci sono altri food creator che segui e vorresti consigliarci?

Mi piace molto la narrazione di Sophie Minchilli, a Milano Puoi e quella di Conosco un Posto.

Roma è la protagonista assoluta dei tuoi video. Tanti sono i locali da te provati… ma dicci, qual è il tuo preferito?

Non ne ho uno preferito in assoluto. Cambiano in base al periodo, allo chef che c’è in cucina, alla zona di Roma. Spesso e volentieri vado in un posto per mangiare un piatto specifico o fare un’esperienza in particolare.

Dai tuoi contenuti si vede l’amore e la grande passione che hai verso il cibo. Ma oltre ad essere una “buona forchetta” sei anche una “brava cuoca”?

Sicuramente le cose vanno un po’ di pari passo, ma tra cucinare e mangiare, preferisco senz’altro la seconda opzione. In cucina me la cavo solo sui primi, ma non mi definirei una brava cuoca!

Per concludere… Perché le persone dovrebbero seguire Barefoodinrome?

Bisognerebbe chiederlo a chi mi segue già 🙂 Io posso solo dire che cerco di fare del mio meglio per scovare e raccontare realtà valide e di qualità.

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Se vuoi scoprire di più sul mondo di @barefoodinrome visita il suo blog https://barefoodinrome.it/

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Articolo a cura di Piera Pastore

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