Intervista ad Antonio “Bubu” Gargiulo: “Dopo Masterchef sogno di aprire un mio ristorante”

Intervista ad Antonio “Bubu” Gargiulo: “Dopo Masterchef sogno di aprire un mio ristorante”

di Michele Porcheddu

È stato uno dei più giovani aspiranti chef della storia di Masterchef, sfiorando per un soffio la vittoria: stiamo parlando di Antonio Gargiulo, detto “Bubu“. Originario di Vico Equense, ma cresciuto tra i profumi e i sapori di Cagliari, questo giovane cuoco in erba ha conquistato il cuore di molti spettatori, grazie al suo talento e alla sua voglia di imparare e mettersi in gioco.

La partecipazione a MasterChef Italia 12 è stata il trampolino di lancio per il suo grande sogno, quello di diventare uno chef professionista, dimostrando a tutti la sua audacia e determinazione a soli 19 anni. Sin dalle audizioni, Antonio ha stupito i giudici con la sua creatività ed eleganza. Il primo piatto di Antonio, “Assaggio della mia terra“, ha catturato l’essenza della sua identità culinaria, mescolando sapientemente tradizione e innovazione. Questa audace proposta ha dato il via a un viaggio che lo ha visto crescere non solo come aspirante chef, ma anche come persona.

Uno dei momenti più emozionanti del suo percorso a Masterchef è stato senza dubbio l’esperienza al Ristorante 3 Stelle Michelin Mirazur con lo chef Mauro Colagreco in una delle cucine più prestigiose al mondo. Qui, ha avuto l’opportunità di mettersi alla prova e dimostrare il suo talento, confermando il suo grande amore per la cucina con il desiderio di farne la sua vita. E la sua bravura lo ha portato in cima al podio del programma Sky, conquistando il secondo posto ex aequo con Thi Hue Dihn.

E dopo Masterchef? Con oltre 70mila follower su Instagram e oltre 44mila su TikTok, Antonio “Bubu” Gargiulo continua a condividere la sua passione per il cibo attraverso video ricette che ispirano e affascinano. È un cuoco in erba con la grinta di un veterano, determinato a lasciare il segno nel mondo della gastronomia.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Antonio “Bubu” Gargiulo per farci raccontare com’è stata la sua esperienza a Masterchef 12 e quali sono i suoi sogni nel cassetto.

Ciao Antonio e benvenuto su Food News Italia. Che cosa hai provato quando hai deciso di partecipare a MasterChef Italia?

Inizialmente io non avrei mai avuto il coraggio di iscrivermi al programma. Non mi sentivo adeguato, né in grado. Se non fosse stato per la mia ragazza e i miei coinquilini, probabilmente non l’avrei mai fatto. Quando ho saputo che avrei partecipato ai live cooking non potevo crederci, sentivo che sarebbe potuta essere l’occasione della mia vita, e ho dato tutto me stesso, soprattutto per non deludere le persone che amo e che hanno creduto in me.

Come hai gestito la pressione di essere il concorrente più giovane della MasterClass?

All’inizio non benissimo. Soprattutto vedendo quanto fossero bravi/e la gran parte dei miei compagni/e di avventura. Sapevo e sentivo di non avere la stessa esperienza e preparazione su certi argomenti. Ero consapevole però della mia passione e delle mie conoscenze teoriche, che ho cercato sempre più di accrescere e di mettere in pratica durante il percorso per sentirmi al passo con tutti e cercare di migliorarmi. La competizione l’ho sentita sempre e soprattutto verso me stesso, per cercare di mettermi alla prova e capire se questo mondo fosse veramente quello che desideravo per il mio futuro.

Hai seguito qualche strategia per impressionare gli chef e arrivare fino alla finale?

Nessuna strategia in particolare. Ho cercato di essere me stesso sempre e di dimostrare il mio valore, nel bene e nel male. Mi sono sempre mostrato curioso, aperto soprattutto alle critiche e ai consigli per potermi migliorare e dimostrare la mia voglia di imparare e apprendere dai giudici. Penso che questa sia stata la chiave del loro apprezzamento nei miei confronti.

Hai origini campane ma hai trascorso la tua infanzia a Cagliari. Qual è la ricetta che più ti lega alla Sardegna?

La mia ricetta sarda preferita è senza dubbio la burrida. È un piatto molto particolare, poco conosciuto a chi non è dell’isola, ma è una vera e propria esplosione di gusto. In futuro, nel mio ristorante, non mancherà un piatto ispirato alla burrida.

Qual è il tuo prossimo obiettivo e cosa ti motiva a crescere e migliorare?

Il mio prossimo obiettivo è proseguire con la mia esperienza in cucina, cercando di uscire dalla mia zona di comfort e mettermi alla prova. Vorrei fare esperienza nelle migliori cucine d’Italia e all’estero, tutto questo per poter, in futuro, aprire il mio ristorante ed esprimere al meglio la mia idea di cucina a chi avrà il piacere di provarla.

Quali consigli daresti ai giovani aspiranti chef che desiderano seguire le tue orme?

Abbiate fiducia in voi stessi, dovete essere i primi a farlo, nessuno deve farlo per voi. Abbiate fiducia, sognate e impegnatevi tanto per raggiungere i vostri obiettivi. Circondatevi di persone che vi vogliono bene e vi sostengono e tutto andrà bene.

Parlando un po’ delle nuove tendenze…cosa ne pensi della carne sintetica e dell’utilizzo degli insetti in cucina?

Per quanto riguarda la carne sintetica sarei molto curioso di provarla, ancora non ne ho avuto modo. Le esigenze e richieste alimentari sono sempre più varie. Se la cucina e la scienza gastronomica possono venire incontro a queste esigenze in maniera salutare e nel rispetto dell’ambiente (e anzi in un certo senso anche facendo un passo importante per la sua salvaguardia) ben venga anche questa innovazione. Certo in questo momento non è economicamente accessibile a tutti, ma sono sicuro che col tempo lo diventerà. Per quanto riguarda invece il consumo degli insetti, non è una cosa che personalmente mi turba. L’essere umano in realtà lo fa da sempre, in molte culture è uso quotidiano e apprezzato tutt’oggi, io stesso non mi tiro indietro ad assaggiare prodotti realizzati con l’utilizzo di insetti o suoi derivati. Il fatto è che col passare degli anni in occidente è stato sempre meno diffuso, e anzi al giorno d’oggi è visto come un taboo, come una cosa da evitare, ma sono convinto che nel futuro, con pazienza, anche questo limite per lo più psicologico e culturale verrà superato.