
Intervista a Pietro Catzola, il cuoco dei Presidenti
L’uomo che ha cucinato per l’Italia: intervista a Pietro Catzola, ritratto di un cuoco al servizio della Repubblica tra mare, tradizione sarda e cinquant’anni di carriera ai vertici della cucina istituzionale
Quella di Pietro Catzola è una storia che profuma di mare, di Sardegna e di sogni realizzati con tenacia. Nato a Triei, un piccolo paese incastonato tra le montagne dell’Ogliastra, Pietro ha intrapreso un lungo cammino che lo ha portato, passo dopo passo, fino alle cucine più prestigiose del Paese: quelle del Quirinale. In cinquant’anni di carriera, ha cucinato per cinque Presidenti della Repubblica, senza mai dimenticare le sue radici. È il cuoco dei Presidenti, ma prima di tutto è un uomo che ha saputo trasformare l’amore per la sua terra in una missione: portare in tavola la verità e la bellezza della cucina più autentica.





Chi è Pietro Catzola?
La storia di Catzola comincia cinquanta anni fa quando, appena sedicenne, supera un concorso della Marina Militare. Destinazione: La Maddalena, in Sardegna. “L’amore per la Marina Militare e per il mare sono nati prima. La passione per i fornelli è venuta fuori con il tempo” ci racconta Pietro. È qui che, su consiglio dello zio Giovanni, sceglie la categoria Furiere Sussistenza (cuoco), senza sapere ancora che quella scelta avrebbe segnato tutta la sua vita. I primi anni non sono facili: la nostalgia di casa è forte, ma lui stringe i denti. Dopo il primo imbarco sulla nave idrografica Ammiraglio Magnaghi, seguiranno sei anni di navigazione e poi l’ammissione al servizio permanente. Fino al grande salto: l’imbarco sulla Amerigo Vespucci, la nave più antica della Marina Militare, in occasione della crociera celebrativa dei 100 anni della Statua della Libertà.
Durante un ricevimento a bordo, il destino bussa alla porta: ospite d’onore il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che rimane colpito dalla cucina di Catzola e propone quindi di seguirlo al Quirinale: All’inizio rifiutai perché amavo troppo il mare, ma fortunatamente il treno della vita si fermò una seconda volta e accettai” racconta Catzola. E così il 6 novembre 1989 segna l’inizio di una nuova, straordinaria avventura. Pietro Catzola lascia il mare, ma non l’uniforme né lo spirito di servizio: entra nelle cucine del Palazzo più alto d’Italia, dove da oltre trent’anni continua a preparare piatti semplici, autentici, profondamente legati alla tradizione.





Ha servito Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e oggi il Presidente Mattarella, con la stessa dedizione che lo guidava da ragazzo, quando imbarcava sulla Amerigo Vespucci con la nostalgia di casa e il profumo della cucina sarda nel cuore. Una storia straordinaria che Pietro ha deciso di raccontare nel libro Il Cuoco dei Presidenti (un marinaio al Quirinale), edito da Solferino e realizzato grazie all’incontro con la giornalista Elvira Serra. Un racconto intenso e sincero, dove si intrecciano emozioni, sacrifici, ricordi e orgoglio: il diario di una vita spesa tra pentole, presidenze e radici profonde, scritto con lo stesso cuore con cui, ogni giorno, Catzola ha cucinato per l’Italia.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Pietro Catzola per scoprire di più sulla sua straordinaria carriera
Ci racconti la sua storia, dalla Marina militare alla cucina del Quirinale….
La mia storia comincia l’8 settembre 1975. Dopo aver superato un concorso, partii per La Maddalena. Mio zio Giovanni mi consigliò di scegliere la categoria Furiere sussistenza (addetto a viveri e vestiario) e quindi cuoco. Dopo il corso imbarcai sulla nave Ammiraglio Magnaghi e poi sulla Amerigo Vespucci. Durante un ricevimento a bordo, il Presidente Cossiga mi notò e mi propose di seguirlo al Quirinale. Dopo un primo rifiuto, accettai: dal 6 novembre 1989 faccio parte dei cuochi del Presidente della Repubblica.
In che modo la Sardegna è presente in ciò che fa ogni giorno e quali o chi sono le sue fonti di ispirazione in cucina?
La Sardegna è nel mio cuore, nei piatti che propongo, nei ricordi che porto sempre con me. Rappresenta la mia forza e la mia identità. Le mie fonti di ispirazione sono il mare, le erbe, i fiori. I miei piatti devono sempre avere geometrie, colori e sapori. E come mi diceva la Signora Scalfaro: “Fantasia, Catzola, fantasia!”
Qual è stato l’incontro che più di ogni altro l’ha toccata e ha segnato il suo percorso?
Sicuramente l’incontro con il Presidente Cossiga. Ma anche i valori ricevuti dai miei nonni e dalla mia famiglia sono stati fondamentali.
Da quando è diventato il cuoco dei Presidenti, c’è stata una richiesta particolare che l’ha colpita? E quali tradizioni gastronomiche ritiene indispensabili nel suo lavoro?
Più che stranezze, mi ha colpito scoprire che i Presidenti mangiano in modo molto semplice, come tutti noi. Nel mio lavoro, ritengo fondamentale adattare sempre qualche piatto alla regione di origine del Presidente in carica, oltre a mantenere la massima attenzione alle tecniche di base.





Qual è il piatto preferito del Presidente Mattarella?
Ama i piatti semplici. Tra i suoi preferiti, una zuppa con roveja (piselli selvatici), carote, cipolla, sedano rapa, patate e un pesto di pomodori secchi, basilico e provolone. Semplice ma ricca di gusto.
A proposito del suo libro “Il Cuoco dei Presidenti (un marinaio al Quirinale)”, com’è nata l’idea e cosa possono trovare i lettori e le lettrici?
L’idea nasce dal diario che ci obbligarono a scrivere in Marina. Continuai a farlo per conto mio, annotando emozioni e ricette. Grazie a Elvira Serra e Michela Gallio e alla casa editrice Solferino, il sogno si è realizzato. Nel libro racconto il percorso di un ragazzo sardo che, tra sacrifici e sogni, arriva a servire i Presidenti della Repubblica.
Una frase che vorrebbe dire ai giovani di oggi?
Ponetevi un obiettivo e raggiungetelo! Nessuno vi regalerà niente, ma se lottate, i sogni si realizzano.